Editore: Nulla Die
Data d'uscita: Marzo 2016
Fromato: cartaceo
Pagine: 291
ISBN: 978-88-6915-035-7
Prezzo: 20 €
Umano.
L'amore impossibile tra Eleonora e Indaco si fa reale, ma a quale prezzo? E cosa ne sarà di Alessandro, l'amore umano che fatica a decollare?
Tra drammi e turbamenti, Eleinda ha anche una missione da compiere: il regno dei draghi è impaziente di risorgere. Hanno vissuto solitari per millenni, ma qualcosa li sta richiamando...
Il viaggio tra le antiche leggende continua, di pari passo con la scoperta dei sentimenti umani.
Perché i sogni non vanno sottovalutati: possono essere pericolosi.
Valentina Bellettini è nata nel 1983 a Rimini. Dopo il suo primo libro “Profumo d’incenso” (2008, Giraldi Editore) e qualche racconto diffuso gratuitamente online, si dedica completamente alla serie urban fantasy/sci-fi “Eleinda”, edita da Nulla Die: precedono questo volume “Eleinda – Una leggenda dal futuro” (2014) ed “Eleinda Prequel – La vita prima della leggenda” (2015, disponibile come ebook gratuito). Gestisce il blog Universi Incantati, dove si occupa, tra gli altri, di autori emergenti (http://valentinabellettini.blogspot.com).
«Ci servono più draghi.» Le teste si voltarono verso colui che aveva parlato: Alessandro. Era un po’ insicuro
quando aggiunse: «Forse è questo che intendeva dirci Nessie.»
Eleonora guardò Indaco dalla finestra e tradusse lo stesso pensiero: «Non sappiamo dirtelo per certo.»
«Eppure dev’esserci una correlazione. Lo scienziato che gioca col destino dei draghi, e i draghi che si
organizzano in segreto per fondare un nuovo regno. Sta accadendo tutto nello stesso momento, vedete? Se
i draghi sono sempre esistiti, allora perché è solo oggi, in quest’epoca, che hanno deciso di muoversi? Forse
perché è adesso che si sentono davvero minacciati.»
«Quando si tratta del dottor Brandi, la minaccia si estende anche a noi.» Disse Eleonora. «Hai ragione, Ale. I
draghi sono coloro che potrebbero salvarci.»
_O_
Eleonora si rese conto che fondare il regno dei draghi acquistava un nuovo significato: non tutti i draghi
erano indipendenti e forti come Indaco e Nessie, e vivere millenni in solitudine aveva fatto evolvere la razza
in modo tale che nella nuova era sentivano l’esigenza di formare branchi.
In un mondo così grande, nemmeno i draghi volevano stare soli.
_O_
«Sono con...» Ripensò alla tossicità del suo fiato e alle sue rilucenti squame. «...Alizarina. Direi che è il nome
perfetto per lei.» La dragonessa sussultò, poi lo guardò compiaciuta. «Ho incontrato una bella femmina di
drago. È forte. È tosta. È...» Mia. Appena quella parola s’insinuò nei suoi pensieri, Alizarina mostrò i denti;
non era un sorriso, ma una minaccia.
_O_
Eleonora era in cucina che preparava qualche nuova prelibatezza per sorprendere il gusto di colui che era
abituato a nutrirsi di sola carne; era ormai inverno e i suoi genitori avevano raccolto, tra le altre cose, delle
belle e croccanti verze di stagione.
Solo che non sapeva cucinarle.
Prima di controllare su internet come si faceva anche solo a conciarle, ne staccò le foglie una a una, come
se fosse un cespo d’insalata, finché si rese conto che la grande foglia che aveva tra le mani assomigliava alle
ali di Indaco. La rigirò, la ribaltò: le ricordava proprio un’ala del drago. Ne condivideva la forma, e al tatto
era forte e flessibile allo stesso tempo, come le ali che si piegano per sfidare il vento. Come le linee delle
membrane che percorrevano le ali fino alle estremità, nelle venature della foglia scorreva il sangue della
Madre Terra; Eleonora le accarezzò con malinconia, chiedendosi dove fossero finite quelle meravigliose,
indaco e viola, del suo drago. Appoggiò la foglia insieme alle altre nel lavabo e d’improvviso le sembrarono
delle ali strappate.
_O_
A quel punto, a “la rossa” non restava che rimanere in attesa, col muso verso il cielo.
Sentì il suo urlo avvicinarsi.
Coi denti aguzzi, e con prontezza di riflessi, afferrò con precisione una delle bombole alle spalle del ragazzo,
senza rovinarla, bloccando così la sua caduta nel vuoto. Lui, dal muso, si aggrappò alle sue spire fino a
sistemarsi seduto tra le scaglie ossee che aveva sul dorso.
Alizarina lo fissò mentre lui cercava di ricomporsi: «Non guardarmi in quel modo. Voi umani andate sempre
in cerca di emozioni forti su quelle robe che... com’è che le chiamate? Ah ecco, “le montagne russe”. Beh,
con me ce le hai gratis. Dovresti essere contento.»
«Una dragonessa come te non l’avevo mai incontrata.» Disse con sguardo serio. «Ti comporti in modo
assurdo!»
«Vuoi farmi credere che ne hai davvero viste così tante? Alealiz, non hai idea di quanti draghi ci siano in
questo mondo, e non è come le favole a cui ti hanno abituato fin da bambino. Drago buono, drago cattivo...
eh no! C’è anche l’egocentrico, e pure il tontolone, come Storsjöodjuret ad esempio, ovvero colui che
abbiamo conosciuto poco fa.»
Alessandro cercò di rimanere serio, ma alla fine non riuscì a trattenersi dal ridere.
«Sei tremenda... un vero spasso, Alizarina!»
«Anche tu non sei male, piccoletto.»
Ripresero il viaggio verso la meta successiva, e mentre il ragazzo era seduto comodo sul dorso della
dragonessa, incise con una pietra sottile il suo nuovo e insolito nome: in fondo gli bastava aggiungere altre
tre lettere sull’impugnatura per ottenere il nome completo Alealiz.
_O_
«Capisco cosa intendi; Salvo mi aveva anticipato che anche tu ora hai il tuo drago.»
«E lei ha me», disse dolcemente, in un soffio d’amore. Sì sentì come se avesse rivelato una cosa
incredibilmente intima e segreta. L’accarezzava, e non riusciva a staccare gli occhi da quelle bellissime
squame color rubino, luccicanti al sole. Quel rosso si trasferiva sulle sue dita, ed era come se a intervalli
regolari gli trasmettesse la sua forza e la sua tenacia. O forse, lui era sempre stato così, in fondo. Ogni suo
più piccolo gesto, ora, acquistava un nuovo senso.
Quella frase detta in maniera così esplicita, quasi sfacciata, fu come un fastidioso prurito in un punto della
schiena dove non si riesce ad arrivare a grattarsi; Eleonora capì che era gelosia. Eppure lei sapeva bene che
era un sentimento naturale, privo di malizia. Sapeva cosa voleva dire sentirsi legati a un drago; doveva
essere preparata. Invece no. Li guardava, e aveva la netta sensazione che non dovesse star lì: era di troppo,
un elemento di disturbo. Si chiese se mai Alessandro avesse provato una cosa simile durante il loro viaggio
con Indaco. Non aveva mai dato peso a simili cose finché non si era trovata lei dall’altra parte: l’esclusa
dalla dimensione che si apre tra un drago e il suo umano. Nonostante il disagio, non riusciva ad andarsene:
era curiosa, o forse troppo sorpresa per riuscire a muovere un solo muscolo; guardava il volto del ragazzo
rapito dalla dragonessa, il suo sguardo colmo d’adorazione, meraviglia e rispetto.
Estasiato.
Osservò le sue mani dipingersi di rosso, e provò ancora più imbarazzo nel sentirsi lì: lui apparteneva a
quella creatura, adesso. Scosse la testa: non era il caso di fare certi pensieri. Cambiò rotta e cominciò a
pensare che le cose sarebbero invece andate meglio: ora che anche lui aveva il suo drago, tutto sarebbe
stato più semplice e si sarebbero capiti fino in fondo perché vivevano entrambi la stessa meravigliosa
esperienza.
“Se è tutto così bello, allora perché mi sento così malinconica e triste?” rifletté. “Non mi è venuto incontro,
non mi ha chiesto nemmeno come sto. Se sapesse cosa stavo per fare... Alla fine non l’ho fatto, ed è stato
quell’attimo di esitazione a rendermi vulnerabile. Ho rischiato di morire... Non gliene importa più?” Sentì
un nodo alla gola. Cosa ne pensi di quest’anteprima?
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Che bella presentazione! :D Grazie mille! :D
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